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INTERVISTE
Michele Faglia
di Franco Isman
Michele Faglia

Monzese doc, di matrice cattolica, fa parte della cosiddetta “Monza bene”, titolare di un noto studio di architettura, si era in passato occupato marginalmente di attività pubbliche come consigliere nazionale dell'Ordine e poi come presidente del Collegio degli architetti e ingegneri di Monza.
La sua candidatura aveva fatto capolino nel forum Monza-Piazza d'Uomo, fondato nel 2001 dall'avvocato Giuseppe Motta (Peppino per gli amici), nel febbraio 2002 con la proposta del girotondo attorno al Comune in difesa del Piano regolatore Benevolo di cui stavano per scadere le salvaguardie.
“Adottato” dall'Ulivo monzese è stato il candidato indipendente di un'ampia coalizione ed è stato eletto sindaco al ballottaggio, nel giugno 2002, con il determinante appoggio della lista civica Insieme per Monza di Giampietro Mosca oltre che dei Verdi e di altre liste.

Quali sono, a suo parere, il o i punti positivi del quinquennio di amministrazione Faglia?

Un'amministrazione unita nella volontà di rendere viva la città dal punto di vista culturale, sociale, dei servizi e della sicurezza. Una città pluralista e sempre più partecipata, ampliando le occasioni di incontro e di informazione con i cittadini, e riscoprendo la voglia di proporre, di progettare, di costruire insieme il cambiamento. La sprovincializzazione della città, ora capoluogo di una nuova provincia, per renderla sempre più europea, innovativa, moderna, efficiente.
Nel concreto: più teatri pubblici e spazi per la cultura e la partecipazione, un piano di governo del territorio attento alle problematiche ambientali e dell'energia, nuove scuole materne ed università, più volontariato: i nonni civici, il gruppo comunale della protezione civile, le guardie ecologiche, meno incidenti sulle strade e più sicurezza, meno degrado con interventi di riqualificazione urbana e nuove piazze, riduzione degli sprechi e contrasto all'evasione fiscale con conseguente blocco delle tariffe e riduzione al minimo dell'ICI per la prima casa.

Quali opere invece avrebbe voluto e non è riuscito a realizzare?

Il Piano urbano del traffico per risolvere definitivamente la congestione a favore del trasporto pubblico e dell'accessibilità per i residenti. Il restauro della Villa Reale e la fondazione per la gestione di Parco reale e Villa. L'interramento di viale Lombardia, con il soprastante parco di San Fruttuoso. Per questo è necessario un secondo mandato.

Quali sono i maggiori punti di forza dell'azione di governo che lei propone?

Viva Monza che vive. Mi piace questa Monza. Sono gli slogan di un programma che guarda avanti, che pone al primo posto il cittadino e la famiglia, per una migliore qualità della vita per tutti. Un programma che non esclude ma che comprende al suo interno le dinamiche di cambiamento della società per guidarle correttamente e pacificamente nel rispetto del pluralismo.
Più asili nido per i nuovi nati, più case accessibili ai ceti medi, più integrazione sociale per gli stranieri facilitando l'inserimento nel mondo del lavoro, più sicurezza in città e più decoro urbano riqualificando le aree degradate e restituendole alla normalità di fruizione ed alla bellezza.

Venendo al concreto: quali sono i suoi programmi sulla Cascinazza, ancora più al concreto, quanti metri cubi ritiene si possano e si debbano concedere al proprietario dell'area Paolo Berlusconi?

Il Piano di Governo del territorio, adottato dal Consiglio comunale nella seduta del 9 marzo 2007, rappresenta la volontà di preservare quest'area all'uso agricolo, data la sua importanza ecologico-naturalistica e di vasca esondativa per il fiume Lambro. Mi impegno ad approvare questo Piano entro l'ottobre 2007, al fine di dare garanzie sul futuro e di evitare lo scempio edificatorio, come richiesto dalla proprietà, della più importante area nel sud monzese. Il Piano, per equità, lascia la possibilità di ristrutturazione della cascina Cascinazza ad altre funzioni non agricole, oltre che la condivisione di quote volumetriche con proprietà contigue su lotti inedificati entro comparti più ampi. Inoltre dà possibilità di una discreta volumetria terziaria lungo il viale Fermi, il tutto senza intaccare le aree agricole che vengono così preservate alla loro propria funzione ecologica. Anche la più recente sentenza di Cassazione ha riconosciuto la piena titolarità delle varie amministrazioni comunali che hanno impedito l'edificazione sull'area agricola oltre alla conferma che nessun indennizzo né risarcimento debba essere dato all'attuale proprietà. Non risulta, quindi, né opportuna né sostenibile alcuna proposta di compensazione volumetrica.

Ma più esattamente, quanti sono i metri cubi edificabili?

La ristrutturazione della Cascina è pari a 37.000 mc, inoltre il PGT dà la possibilità di altri 15.000 mc di terziario su viale Fermi e di altri 40.000 mc in condivisione con altre proprietà su lotti inedificati all’interno dell’abitato di San Donato ed entro comparti edificatori.

Cosa ci può dire dell'Autodromo: di quanti anni dovrà essere la concessione, come verrà determinato il canone, verranno totalmente restituite all'uso pubblico le aree al di fuori dell'anello classico del circuito con il conseguente abbattimento della sopraelevata sud?
E cosa si potrà fare per il rumore?

La Giunta si è espressa da tempo, in coerenza con l'ordine del giorno approvato in Consiglio comunale nell'aprile 2004 (con il solo voto negativo di AN), che sollecitava una durata della concessione proporzionale all'ammortamento dei consistenti investimenti realizzati da Sias in questi ultimi anni. Dieci anni (2007-2016) costituiscono la giusta durata, garantendo così il permanere del Gran Premio di Formula Uno, di cui Sias ha l'esclusiva sino al 2011, oltre che ulteriori annualità per l'ammortamento dei mutui contratti. Il canone verrà raddoppiato ad un milione di euro, in ragione dei mancati aggiornamenti e dell'incrementato valore dell'impianto. Si chiede la restituzione ad uso pubblico delle aree esterne all'attuale pista in modo da poterne attivare una gestione per i fruitori del parco ed una riqualificazione nelle parti degradate comprensive di porzioni delle sopraelevate. In questo modo sarà possibile garantire un nuovo accesso al Parco da est, dalla stazione ferroviaria di Biassono, garantendo ai fruitori esterni di poter arrivare con il treno, senza l'uso dell'automobile causa di frequenti congestioni ed inquinamenti. Si prescrive un serio piano di mitigazione del rumore, tale da garantire la permanenza dell'impianto e la sua maggiore compatibilità all'interno di un parco storico. La bozza di concessione giace da diversi mesi nelle mani del sindaco di Milano che rinvia il benestare avanzando richieste restrittive dei tempi di durata (soli 3 anni) ed estensive dell'importo del canone. L'ultima proroga concessa alla concessione scaduta a fine anno 2006, decade il 31 maggio 2007 ed entro tale data l'amministrazione di Monza, comproprietaria al 50%, in caso di inerzia del comune di Milano, rivendicherà la propria competenza territoriale.

Cosa pensa di fare per il Golf che, non dimentichiamolo, occupa quasi un milione di metri quadrati di Parco ad uso esclusivo di 700 soci?

L'impianto è un'importante risorsa per lo sport e per il tempo libero e va preservato con la restituzione ad uso pubblico delle aree non strettamente necessarie allo svolgimento dell'attività golfistica. La proposta già avanzata dall'attuale amministrazione riguarda l'eliminazione delle recinzioni e la loro parziale ricostituzione con essenze vegetali e con materiali compatibili, l'uso pubblico di ampie zone boscate (circa 14 ettari), l'apertura del campo pratica a scuole e principianti a tariffe agevolate. Un golf più aperto ed integrato, un golf accessibile per la pratica a tutti. Norme specifiche regolamentano il prelevamento dell'acqua e l'utilizzo di diserbanti ecologicamente certificati.
La bozza di gara è da diversi mesi nelle mani del sindaco e della giunta milanesi per il loro assenso preventivo. Nel frattempo è scaduta la proroga. La nostra Amministrazione non esclude un ricorso per inadempienza, qualora non si pervenga entro il mese di maggio ad una conclusiva definizione.

E per concludere, qual è il principale motivo per cui gli elettori monzesi dovrebbero votare per lei?

Per evitare di ritornare indietro di dieci anni alla Monza amministrata dalla Lega, senza aperture di cultura, di ideazione, di partecipazione. Una Monza stantia, sorda all'innovazione, isolata in se stessa, anziché ricca di aneliti europeisti e di impegno civile nel mondo, per la pace, per la cooperazione internazionale, per i diritti umani, come da cinque anni si è contraddistinta.

Franco Isman


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  22 maggio 2007